Che cos è un’erbaccia? “una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù” Ralph Emerson
In questo periodo la siccità fa da padrona mettendo a dura prova l’ecosistema. Il giallo sta diventando il colore dominante, non esiste più il prato intorno agli olivi e non si vede neppure un fiore selvatico, finocchietto a parte.
I semi da sovescio che avevamo sparso per dare nutrimento al terreno non hanno avuto modo di germogliare.
Nel terreno si stanno formando degli spacchi larghi come una mano. Il pozzo ha fortemente diminuito la sua portata di acqua.
Alcuni alberi nel bosco si stanno già spogliando delle loro foglie per lottare per la sopravvivenza. Gli olivi hanno le foglie basse e quelle poche drupe che sono riuscite a crescere, rimangono sospese in aria, inermi, piccole e fragili, radicate con un filo sottile alla loro pianta madre.
Speriamo tanto in un giorno di pioggia, ma se e quando arriverà, le olive probabilmente si abbandoneranno alla forza delle gocce d’acqua e si lasceranno cadere a terra senza porre alcuna resistenza.
Piante rustiche come il timo e la lavanda stanno seccando. Addirittura il cardo mariano e la malva hanno avuto vita breve questo anno. Anche i rovi stanno soffrendo, riescono a regalarci qualche piccolissima e precoce mora, dura e rinsecchita che quasi é impossibile masticarla.
Nell’orto si fa una grandissima fatica a tenere in salute le piante.
Gli asini sono nervosi e si muovono svogliatamente. Le galline stanno con il becco aperto, ansimanti e richiedono tantissima acqua, ma sono le api quelle che ci preoccupano di più.
Difficilmente trovano dei fiori su cui posarsi ed hanno una sete incredibile.
Agosto dovrebbe essere un periodo di pieno sviluppo delle famiglie in cui le api dovrebbero mettersi in forza per superare, più numerose possibile e con tanta scorta di miele, il futuro inverno. Stiamo, invece, assistendo ad un naturale blocco della covata da parte delle regine, le quali, probabilmente in una situazione in cui sono scarse le risorse, preferiscono assicurare la sopravvivenza alle api già esistenti, mettendo però a rischio la conservazione delle famiglie e quindi della specie.
Non piacendoci per niente l’idea di alimentare artificialmente le api (come molti apicoltori, presi dalla disperazione, stanno già facendo da un mese circa) abbiamo iniziato a guardarci intorno alla ricerca di quelle piante che riescono a sopravvivere con un clima così estremo e che potrebbero essere nettarine.
Non potendo fare grosso affidamento né sulle piante selvatiche, né sulle erbe officinali più rustiche e né sulla melata, abbiamo osservato ancora con più attenzione di sempre il comportamento delle api ed abbiamo visto che mai come questo anno il luogo maggiormente frequentato é l’orto nel bosco, quello creato all’interno di un boschetto, appunto, “selvaggio e ribelle”, pieno di ricrescite e piante non seminate, le così dette erbacce che il contadino vecchio stile fa di tutto per debellare e che noi lasciamo libere di crescere almeno che non soffochino fino allo stremo le piante ortive per definizione. Si può definire un orto sperimentale, cresciuto affascinati dal metodo Fukuoka.
In questo luogo, spesso deriso dagli estranei ai lavori e da quei contadini che non si muovono in una logica di tutela ambientale, le api hanno trovato modo di dissetarsi, di svolazzare tra i fiori di zucche e cetrioli, di nutrirsi dai fiori di rucola e di portulaca.
Ebbene sì, ciò che fa storcere il naso agli esteti del campo o a chi segue solo la logica del profitto: una rucola, praticamente senza foglie e subito andata a fiore, quindi non produttiva ed invendibile ed una temibile infestante come la portulaca, troppo spesso denigrata perchè si presume tolga acqua e nutrimento alle piante da orto, stanno salvando le api dalla carestia.
Madre Natura ci ha teso la mano. Noi abbiamo avuto la fortuna di vederla e prenderla! Spesso basta osservare il processo naturale delle cose, senza forzare troppo la mano, per trovare una soluzione equilibrata.
In questi giorni, abbiamo dunque metà orto, ufficialmente improduttivo, ma di fatto molto, ma molto prezioso, in cui tuteliamo la portulaca. Cose da pazzi secondo alcuni!
Incuriositi da questa pianta, siamo andati anche a ricercarne le proprietà. Abbiamo scoperto che é un alimento dal buon sapore consumato crudo in insalata, é ottima per fare ripieni, si può utilizzare per fare minestre ed é un grande ingrediente per fare frittate e non solo, ha anche proprietà depurative, rinfrescanti e diuretiche , agevola nel contrastare la glicemia ed é ricca di omega 3, vitamina C, vitamine del gruppo B, ferro e calcio. E’ ricca anche di mucillaggini ed ha quindi anche proprietà emollienti. Può essere, dunque, utilizzata anche per uso esterno per combattere le emorrodi, foruncoli e punture di insetti.
Che dire, a questo punto quando la natura avrà fatto il suo corso e la portulaca non sarà più utile alle api, diventerà un toccasana per noi che ci diletteremo in piatti fantasiosi in cui Ella farà da padrona! Se poi un’ape, scambiandoci per sabotatori, ci pungerà, potremmo alleviare il dolore nella parte lesa con un po’ di portulaca: la nostra regina dell’orto e della cucina!
Non ci rimane che sperare che le api riescano a sopravvivere alle condizioni avverse di questi tempi e che mantengano in vita l’ambiente, anche per noi umani, grandi devastatori! E se questo anno ci sarà poco miele per il consumo, pazienza, l’importante é che ci sia vita!
Impariamo a stupirci delle naturali meraviglie ed ad essere coscienti delle nostre responsabilità.
“In agricoltura si dovrebbe fare un uso assai più limitato di prodotti chimici ed entrare quanto più possibile in armonia con i processi naturali. Nell’immediato forse questo farebbe calare i profitti, ma nel lungo periodo sarebbe benefico.”
Tenzin Gyatso (Dalai Lama), I consigli del cuore, 2001
“Tutte le cose sono meno difficili per chi le affronta con maggiore serenità.” R. Emerson